incesto

MIA ZIA


di skizzoinfoiato
14.09.2021    |    37.767    |    2 9.3
"I suoi enormi occhi neri che sembravano trafiggermi il petto ad ogni suo sguardo capace di mettermi in soggezione..."
Mi chiamo Carlo ero in vacanza a Santorini con tutta la mia famiglia, ovvero mia madre e mia zia per festeggiare il loro quinto anniversario di matrimonio.

Mio padre era scomparso alla notizia che dopo 9 mesi sarei arrivato, figlio di una famiglia benestante di avvocati è riuscita a seppellire la richiesta di paternità e mantenimento dietro una coltre invalicabile di scartoffie che mia madre e la sua famiglia dovettero soprassedere.

La capisco in parte essere una ragazza madre ad appena 15 anni sia stato come scalare l'Everest a mani nude, mia zia Sonia era più giovane di 5 anni.

Crescendo posso dire che più di una zia avessi una sorella maggiore, e ahimè più crescevo più vedevo diventare mia zia prima una ragazza ai miei occhi stupenda.

A 16 anni già mi finivo le mani a suon di seghe che dedicavo a mia zia, ero in estrema difficoltà e quando a 29 anni convolò a nozze con un giovane cardiologo primario, il mio cuore si frantumò, infatti portò a più di 100km di distanza la mia bellissima zia.

Poche le occasioni per vedersi, ero preoccupato da queste vacanze per altro totalmente spesate dai miei zii, che pagarono anche per i miei nonni,

Così rividi Sonia in costume, certo era una donna con un fisico magari non da copertina, non aveva gli addominali scolpiti, ma il suo sorriso faceva sciogliere il ghiaccio all'artico, le illuminava il viso, le labbra leggermente carnose con sempre un rossetto di colore caldo e lucente che le faceva sembrare ancora più grandi. I suoi enormi occhi neri che sembravano trafiggermi il petto ad ogni suo sguardo capace di mettermi in soggezione.

Un seno proporzionato al fisico non enorme ma aveva due mammelle dritte e sode che sembravano calamite potenti per le mani tanto mie quanto di ogni uomo, sembravano gridare al mondo "stringetemi forte!".

Ero pazzo di lei era la mia condanna che sopportavo con mutacico comportamento per non tradire i miei veri sentimenti nei suoi confronti.

Avevamo noleggiato una macchina ma io pretesi un motorino, non volevo dover stare in macchina e trattenere i miei sguardi che mangiavano con desiderio ogni centimetro della pelle di mia zia, mi sarei certo tradito.

Una sera a cena in un ristorante carino dalla parte opposta dell'isola un ristornate che consiglio the cave of stolidas, mio zio alzò un pò troppo il gomito, in verità non aveva bevuto molto ma il suo atteggiamento stava imbarazzando mia zia che, saputo che me ne sarei andato di li a poco per una festa in paese e stufa di essere denigrata, finse un malessere, e fu mia madre a fermarmi chiedendomi di riportarla in stanza.

Fu così che mi ritrovai su una strada perlopiù deserta a guidare con mia zia schiacciata alla mia schiena mentre mi stringeva forte.

Mille pensieri si affollarono nella mia mente ma sembrava che avessi perso la parola, in parte per non rompere quel magico momento, avrei potuto guidare fino in Italia solo per sentire le reazioni del suo corpo avvinghiato al mio.

Un semplice "Grazie" lacerò il silenzio e il ritmico rumore del due tempi che stavo guidando, e riempì di gioia il mio cuore.

Eravamo sulla strada costiera, potevamo sentire il mare frangersi sulle spiagge rocciose, la velocità era bassa per godermi ogni istante.

"Accosta!.... Ti prego!" eravamo in prossimità di una spiaggia in cui eravamo stati qualche giorno prima e dove erano stati fatti dei falò, in quella spiaggia avevo conosciuto una ragazza che avrei rivisto l'indomani.

Fermato il motorino mia zia mi chiese di fare due passi, scendemmo in spiaggia a braccetto sembravamo fidanzatini, il mio cuore batteva a mille, passeggiamo avanti e indietro ascoltai i racconti di mia zia, erano almeno un paio d'anni che non ci si vedeva, parlò lei senza sosta, capii l'infelicità di quel matrimonio, ammise come avessi avuto ragione nelle mie nefaste previsioni.

Non avevo detto una parola, e nello stesso silenzio tornammo al motorino. mi impedì di risalire, scacciò il mio sguardo interrogativo visibile per quella mezza luna, che rifletteva la luce tanto sulle increspate onde che su di noi.

Tenendo una mano sulla mia guancia si avvicinò e mi baciò. A dir il vero mi dovette baciare più volte prima che rispondesse al suo bacio. Mi sembrò che un fulmine aprisse il cielo in due, ci stingemmo in un abbraccio che quasi ci tolse reciprocamente il respiro, un bacio passionale forte ma allo stesso tempo dolce, sembrava allo stesso tempo frenetico e immobile.

Un bacio accese come avesse girato un interruttore tutto il mio desiderio che prepotente si manifestò a lei, continuava a baciarmi e sorrise nel sentire l'effetto che aveva provocato, non un sorriso di scherno ma di compiacimento.

Si staccò e scese in basso andando a calarmi velocemente jeans e mutande, mi fece i complimenti per la mia dotazione, non dandomi il tempo di dire una sola parola che già l'asta era stata ricoperta di piccoli baci prima, dal calore della sua lingua e saliva dopo.

Il cazzo sembrava uno stallone da domare, pulsava in modo incontrollabile tirandosi dietro la mano e rendendo difficoltoso per la sua bocca prendersene cura.

Ne era compiaciuta e soddisfatta lo accolse dentro la sua bocca accompagnandolo con la lingua.

Avevo 21 anni di pompini ne avevo avuti, ma quello fatto dalla donna che da sempre affolla i tuoi sogni e desideri è un qualcosa di indescrivibile, il piacere montò subito anche per la mancanza di sfoghi in quei primi giorni di vacanza.

Leccava e succhiava con una dolcezza mai ricevuta prima, la avvertii poco dopo che stavo per venire. "zia vengo ... zia spostati vengo!"

Ma niente, mia zia mi afferrò per le natiche e usando la sola lingua col cazzo piantato quasi in gola mi fece schizzare nella sua bocca.

Se da un lato mi sembrava che stessi schizzando come un idrante, sentivo la bocca di mia zia adeguarsi ad ogni schizzo che emettevo sembrava volesse aspirarmi ogni scorta.

Mi fece girare la testa quando si alzò raccogliendo con un dito quel poco che le era uscito dalla rima buccale per poi suggere anche quelle ultime poche gocce.

"Sonia ... ti ho sempre desiderato!"
"Lo so!"
"è stato..."
"shhh!, non serve shhhh lo so!"

Riprendemmo la strada quando ci dovemmo fermare a non più di un paio di chilometri dall'arrivo, mia madre stava telefonando per avvertire che Francesco cadendo alla pompa di benzina si era rotto il braccio e che stava arrivando l'ambulanza, al contempo ci sconsigliava di raggiungerli perché lì già stava piovendo.

Non facemmo ad entrare in casa, il temporale ci raggiunse bagnandoci da capo a piedi.

Non accendemmo la luce, la sola ad entrare era quella dei lampi, e sotto questa luce e misto di vedo non vedo, vidi le forme di mia zia nitidamente, avevo capito che non portasse intimo, ma veder quel vestito bianco bagnato aderire come una seconda pelle lasciando, così in bella mostra tutto ciò che prima riusciva a celare mi fece tornare prepotentemente in erezione.

Vedendomi rapito delle sue fattezze anche lei cedette "anche io ti amo Carlo, anche io mi sono finita di ditalini pensando a te, e ho dovuto rinnegare i miei sentimenti per rispetto di mia sorella..., tua madre!"

"è sbagliato, lo so...." disse voltandosi di scatto.

"ma non posso più negare l'evidente desiderio che ho .... " mi disse cercandomi con lo sguardo girando di poco la testa di lato.

Ero lì immobile, in trepidante attesa, non durò molto, le sue mani andarono rapide alla ricerca della breve zip posta di lato, poi risalendo in modo sui bracci opposti arrivarono alle spalline.

I tuoni si susseguivano frammisti a molteplici lampi che mi consentivano di vedere ciò che accadeva in una luce davvero molto suggestiva, ehm erotica.

Il vestito cadde a terra, era nuda, bellissima come sapevo fosse, con sensualità si girò, lentamente, direi ancor più lentamente di quanto magari in realtà non abbia fatto, ma alla fine mia zia era lì.

Lì a nemmeno un metro di distanza, nuda, già bagnata, aspettando me.

Mi tolsi la maglietta, e con un sorriso mi raggiunse, uno di quei suoi famosi sorrisi capace di sciogliere ogni cosa.

Mi aiutò con rapidità a liberarmi dei pantaloni "wow ...sei di nuovo pronto per me?"

"ti amo Sonia.. ti ho amato da quando sono in grado di farlo!"

Stretti in un abbraccio affogammo le lingue nella bocca l'un l'altro iniziando una notte di focosa passione, una passione che arde e brucia forte ancor oggi.

Mentre scrivo... vedo mia zia, qui accanto a me che mi ha aiutato a ricordare e a farmi eccitare al ricordo, ora mentre giunge il racconto a fine, scende con la testa fra me e la scrivania... e con un dolce ritmico movimento soddisfa il reciproco desiderio.






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